"Le rive della Bormida nel 1794" di Giuseppe Cesare Abba è un racconto ambientato nel Piemonte del XVIII secolo, in un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali. La storia si apre con una descrizione dettagliata del paesaggio delle Langhe, un'area montuosa e pittoresca, e si concentra su un piccolo borgo bagnato dalle acque del fiume Bormida. Il protagonista, Giuliano, è un giovane studente di medicina che torna a casa per le vacanze di Pasqua. La sua madre, la signora Maddalena, è una vedova che vive in una grande casa con la fedele domestica Marta. Giuliano è innamorato di Bianca, una giovane orfana di C., e desidera sposarla, ma è anche turbato dalle tensioni politiche del tempo, in particolare dalla presenza delle truppe austriache nella regione. Il pievano del borgo, don Apollinare, rappresenta l'autorità ecclesiastica e sociale, e vede con sospetto le idee progressiste di Giuliano. La narrazione esplora i conflitti tra tradizione e modernità, tra amore e dovere, e tra le aspirazioni personali e le pressioni sociali. Abba utilizza una prosa ricca e descrittiva per dipingere un quadro vivido della vita rurale piemontese, intrecciando le vicende personali dei personaggi con il contesto storico più ampio.
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