"Uno stupire, un cedere, un essere travolti", così definiva Rilke la sua attrazione di scrittore per la lingua francese, il sentire estetico che in lui, poeta di lingua tedesca, ma anche fine traduttore di poesie francesi, non poteva non spingere verso la creazione personale. Del resto, la Francia lo aveva accolto a più riprese durante diversi periodi del suo girovagare europeo. E se la Russia per Rilke rappresenta l''altrove' cui deve "quello che sono divenuto", la Francia è la Parigi di Malte Laurids Brigge e di Rodin, la Provenza di Cézanne, la lingua di Louise Labe, di Mallarmé, di Verhaeren, di Valéry - tutti tradotti da Rilke -, e insieme la lingua del suo 'eremo' svizzero di Muzot e del sanatorio di Valmont, dove il 29 dicembre del 1926 si compirà il suo destino terreno. Non stupirà dunque che fra le ultime composizioni del grande poeta praghese compaiano ben tre cicli di poesie francesi, fra i quali "Les Roses", composto di ventiquattro poesie tutte dedicate al tema della rosa, e scritto in un brevissimo arco di tempo, dal 7 al 16 dicembre 1924, con l'unica eccezione di due poesie aggiunte nello stesso anno della morte. La raccolta venne pubblicata pochi giorni dopo la scomparsa di Rilke, nel gennaio del 1927, dall'olandese Alexandre Alphonse Marius Stols. Il volume, in tiratura numerata, era corredato da un breve scritto di Paul Valéry, riportato in questa edizione. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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