Grazia Deledda collabora fin da subito con alcune riviste sarde e romane, che danno spazio ai suoi racconti e ad alcuni saggi sulle tradizioni popolari sarde. Nel 1900 si trasferisce a Roma. Le sue opere esplorano in modo rude e realistico la vita rurale e le tradizioni della Sardegna, e i suoi personaggi, molto spesso intrappolati tra il destino e il desiderio di libertà, in una società patriarcale che per motivi geografici ma anche culturali era scollegata dalla nazione, affrontano sfide morali e sociali. Spesso soggetta a critiche per questo, nonostante sia classificata come un'esponente…mehr
Grazia Deledda collabora fin da subito con alcune riviste sarde e romane, che danno spazio ai suoi racconti e ad alcuni saggi sulle tradizioni popolari sarde. Nel 1900 si trasferisce a Roma. Le sue opere esplorano in modo rude e realistico la vita rurale e le tradizioni della Sardegna, e i suoi personaggi, molto spesso intrappolati tra il destino e il desiderio di libertà, in una società patriarcale che per motivi geografici ma anche culturali era scollegata dalla nazione, affrontano sfide morali e sociali. Spesso soggetta a critiche per questo, nonostante sia classificata come un'esponente del verismo e a tratti del decadentismo, la sua scrittura è anche molto moderna: le sue opere infatti si sono prestate facilmente all'adattamento cinematografico. Nel 1927 le viene conferito il Premio Nobel per la letteratura del 1926, prima e unica donna italiana a ricevere una simile onorificenza in questa disciplina. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
Deledda was born in Nuoro, Sardinia, into a middle-class family, to Giovanni Antonio Deledda and Francesca Cambosu, as the fourth of seven siblings. She attended elementary school (the minimum required at the time) and was then educated by a private tutor (a guest of one of her relatives) and moved on to study literature on her own. It was during this time that she started displaying an interest in writing short novels, mostly inspired by the life of Sardinian peasants and their struggles. Her teacher encouraged her to submit her writing to a newspaper and, at age 13, her first story was published in a local journal. Some of Deledda's early works were published in the fashion magazine L'ultima moda between 1888 and 1889. In 1890 Trevisani published Nell'azzurro (Into the Blue), her first collection of short stories. Deledda's main focus was the representation of poverty and the struggles associated with it through a combination of imaginary and autobiographical elements. Her family wasn't particularly supportive of her desire to write.
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