Che il corpo intero abbia suggerito, nel corso dei secoli, modi e comportamenti serviti a decodificare, promuovere o realizzare architetture, è cosa piuttosto evidente. Così come evidente è immaginare che singole parti del corpo possano aver suggerito porzioni di architetture o inverarsi, con la loro interezza, nel corpo architettonico, soprattutto se si scorge il vasto complesso della e delle storie dell'architettura. Più raro, però, risulta essere il ricorso alla metafora ossea o meglio all'osteologia, per dedurre opere d'architettura che ad essa si associano. Gioco, ironia e gusto surrealista sembrano percorrere invece le immagini dell'Osteopaese di Luigi Vietti, realizzate tra il 1966 e il 1977. Attraverso gli scritti degli autori invitati, Paola Veronica Dell'Aira ed Enrico Prandi e di chi scrive abbiamo ripercorso, con i progetti, la figura e la statura di Vietti delineandone un lato meno consueto, dove emerge un architetto sperimentatore di forme e temi. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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