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Club psicologico di Zurigo, 2 maggio 1934. Il dottor Jung apre il seminario su "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche. È il suo uditorio - un'ottantina di uomini e donne di varia nazionalità e professione, tra cui medici, analisti praticanti, allievi in training - a chiedergli di mettere a tema proprio quell'autore e quell'opera, in un momento della storia europea che volge al tragico. Fino al 15 febbraio 1939 continueranno a misurarsi con il filosofo che, appena oltrefrontiera, il nazismo trionfante va spacciando come profeta del superuomo. Tenuto in inglese, stenografato e trascritto…mehr

Produktbeschreibung
Club psicologico di Zurigo, 2 maggio 1934. Il dottor Jung apre il seminario su "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche. È il suo uditorio - un'ottantina di uomini e donne di varia nazionalità e professione, tra cui medici, analisti praticanti, allievi in training - a chiedergli di mettere a tema proprio quell'autore e quell'opera, in un momento della storia europea che volge al tragico. Fino al 15 febbraio 1939 continueranno a misurarsi con il filosofo che, appena oltrefrontiera, il nazismo trionfante va spacciando come profeta del superuomo. Tenuto in inglese, stenografato e trascritto inizialmente per un uso interno, il seminario vedrà la luce in un'edizione a stampa solo nel 1988, senza perdere nulla della viva oralità che modula il pensiero mentre prende forma. Attraverso la voce di Jung il registro colloquiale preserva gli indugi, gli scandagli, ma anche i proficui erramenti di un commento allo "Zarathustra" che agisce sull'elaborazione stessa della psicologia analitica e diventa una tappa ineludibile della ricezione di Nietzsche. "È straordinariamente complesso, e vi regna un caos infernale. Certi problemi sono stati per me un vero rompicapo e sarà molto dura riuscire a chiarire quest'opera da un punto di vista psicologico", esordisce Jung. La lunga, corale discesa agli inferi sarà decisiva per comprendere "fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l'inconscio e dunque con il destino dell'Europa in generale".
«Nessuno comprende realmente fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l'inconscio e dunque con il destino dell'Europa in generale»: queste parole di Jung risuonarono in un momento drammatico per la nostra storia. Erano gli anni trenta del secolo scorso e Jung, a Zurigo, si rivolgeva in inglese a un pubblico cosmopolita di un'ottantina di persone ¿ in primo luogo analisti praticanti, allievi che seguivano il training, un gruppo selezionato di pazienti in analisi ¿ riunito il mercoledì mattina per ascoltare il suo seminario su Nietzsche e intervenire con discussioni e richieste di chiarimenti, in una libera conversazione che conservava gli echi degli eventi politici e si concedeva interessanti sviamenti dal tema principale e sapide battute di spirito. Tra il 1934 e il 1939, nel dialogo settimanale con loro si officiò un rito di conoscenza che si contrapponeva nei modi e nei risultati al colossale travisamento che di Nietzsche stava operando il nazismo, spacciandolo come profeta del superuomo. Attraverso il commento puntuale a "Così parlò Zarathustra", Jung rinsaldò il suo rapporto con il pensiero di Nietzsche, che era iniziato nel 1913, subito dopo la rottura con Freud. Per diversi motivi poteva fare propria l'affermazione nietzschiana: "Io ho sempre scritto le mie opere con tutto il mio corpo e tutta la mia vita". Lottare con la psiche estremamente complessa di Nietzsche, quale traspare dal suo scritto più noto e influente, fu per Jung un'altra occasione per immergersi ancora una volta nella propria. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.