'Quei bambini che mi guardavano sorridendo allegri... erano bellissimi perché emanavano dagli abiti rattoppati con cura e dagli scarpets una specie di assorta dignità che sfavillava dagli occhi e si diffondeva come un'aura intorno alla persona'. È il 1956 quando un giovane maestro al suo primo incarico viene mandato a Moggessa, un paesino sperduto della Carnia allora privo di strade e di elettricità. La vita di quella piccola comunità di montagna, che pur nella completa autosufficienza avverte già i primi segni del suo imminente dissolversi di fronte all'avanzare del 'mondo grande e terribile', scorre scandita dai ritmi naturali delle stagioni. In essa spazio e tempo sono ancora a misura d'uomo. L'atmosfera che avvolge il protagonista, quando dalla pianura risale nella vallata per raggiungere la scuola, lo costringe ogni volta a una sosta, quasi un rito di purificazione necessario per entrare nel cerchio magico del villaggio e liberarsi così dai pensieri della città, dalle proprie letture e dai principi dei pedagogisti famosi che gli paiono ora così inadeguati al sentire di quei luoghi. Sarà l'incontro con l'innocenza 'non misurabile' dei bambini e con la saggezza pratica dei vecchi del paese a dare un senso alla sua missione e forse alla sua stessa esistenza. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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