"NANÀ A MILANO" di Cletto Arrighi è un romanzo che esplora il realismo sociale e culturale della Milano del XIX secolo. La storia inizia con la morte del conte Guglielmo O'Stiary, lasciando il giovane Enrico, suo unico figlio, come erede di un'ingente fortuna. Tuttavia, il testamento del padre impone che Enrico non possa disporre liberamente dell'eredità fino al compimento dei ventiquattro anni, una clausola che il giovane decide di rispettare, nonostante le pressioni sociali e familiari. Il romanzo si sviluppa attorno alla vita di Enrico a Milano, dove si confronta con le aspettative della società aristocratica e le tentazioni della vita mondana. Arrighi utilizza il personaggio di Nanà, una figura ispirata alla celebre protagonista di Émile Zola, per introdurre un elemento di contrasto tra la vita parigina e quella milanese. Nanà, trasferitasi a Milano, rappresenta un cambiamento e un adattamento al nuovo ambiente, offrendo uno spunto di riflessione sulla natura camaleontica dell'identità e delle relazioni sociali. Attraverso una narrazione vivace e dettagliata, Arrighi dipinge un quadro critico della società milanese, mettendo in luce le ipocrisie e le contraddizioni del tempo. Il romanzo è un esempio di realismo letterario, che cerca di rappresentare la verità della vita quotidiana senza abbellimenti, affrontando temi come la moralità, l'ipocrisia sociale e la ricerca dell'identità personale.
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