"Come si scandaglia / l'estraneità di scelte / che ti assomigliano? / Come si chiude / ciò che non si è / mai aperto? / Come si riaffiora? / Come ci si giustifica / di fronte alla mancanza / di errori?" La vita non è che la ricerca ininterrotta della parola che ci spieghi, che affiori per dirci chi siamo. Ma il nostro vero nome fatica ad incastrarsi in contorni che non gli assomigliano, è sempre da qualche altra parte, e noi non ci troviamo mai dove dovremmo essere, nascosti come siamo dentro idiomi che non sanno come pronunciarci. Così, più ci ascoltiamo meno ci riconosciamo, di volta in volta diversi ed estranei a quanto sarebbe previsto, improprietà lessicali nostro malgrado messe "in bella vista / al centro di una conversazione / che non avremmo mai voluto fare". Poesia del tempo è quella di Renzo Cremona, in cui la lingua si fa filtro e mappatura del mondo. Anzi, ne è il tessuto costitutivo stesso, lo strumento grazie al quale persino le vicende della quotidianità finiscono per rivelarsi labirinto verbale e sconfinato dizionario in grado di sfiorare quel mistero che sappiamo che esiste, ma sul quale continuiamo impunemente a tacere. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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