Gli scritti di Julius Evola raccolti in questa silloge, originariamente pubblicati su riviste, rappresentano il "cuore vitale" del pensiero del tradizionalista. I cinque saggi furono pubblicati tra il 1928 e il 1958. Dalla lettura si evince che il pensatore romano, nel corso dell'intera vita, si impegnò, sotto il profilo filosofico, in un tentativo di "oltrepassamento" dell'idealismo, radicale e potente. Nelle opere teoretiche, Evola giunse a formulare i tratti di un idealismo magico o concreto che, in questo volume, trova sintesi chiarificatrice. Di grande rilievo teorico sono gli scritti in cui Evola si confronta con la neue Sachlichkeit di Franz Matzke, vivace movimento di pensiero sorto nella Germania dei primi anni Trenta. Come precisa Donà, in quel decennio cruciale: 'Stava [...] per venire alla luce un mondo riconoscibile come "nuovo" [...] "freddo, privo di mezze luci, privo di sentimentalità, libero e antiromantico"'. Insomma, la filosofia evoliana è centrata sulla natura, oggettiva e silente, di cui disse esemplarmente Giacomo Leopardi. Solo leggendo Evola, sine ira et studio, ci si potrà convincere del fatto che il filosofo "maledetto" merita un posto di rilievo nell'Italian Thought del Novecento. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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