"A scuola mi chiamano stracciona, perché mi nascondo sotto strati di abiti scuri. A volte vorrei scomparire. Non sopporto quel gregge di pecore dei miei compagni. Non sopporto i professori e le loro lezioni insulse. Non sopporto in generale gli adulti, sempre a farti la predica e a pretendere che tu sia all'altezza. Di cosa poi, di essere come loro? Mio padre non l'ho mai conosciuto, mia madre passa da un fidanzato all'altro. Ma io so quello che voglio. Dipingo, faccio graffiti, riempio i muri della città con la mia tag, e ho cominciato anche a scrivere. Ho un grande quaderno, me lo ha regalato una scrittrice meravigliosa. Scrivo, come se parlassi a lei. Le racconto tutto, che adesso ho trovato un magazzino abbandonato, il mio atelier segreto, e che ho scoperto di non essere sola: un altro ragazzo si rifugia lì per leggere i suoi libri di viaggi e i suoi atlanti, fantasticando sui luoghi che visiterà, ne è sicuro. Subito ci odiavamo, dovevamo dividerci gli spazi. Poi ci siamo accorti che avevamo gli stessi pensieri, le stesse paure, i medesimi desideri. Ci siamo avvicinati, e il primo bacio è stato un fuoco d'artificio, e anche il secondo, e tutto quello che è seguito. Abbiamo scoperto insieme i nostri corpi, ci siamo aperti a noi stessi e agli altri, quella rabbia cattiva che ci isolava ha lasciato il posto a una gioia nuova. Ora non ho più paura." (Ophelia) Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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