Se il primo a introdurre il termine ¿patografiä è stato probabilmente il neuropsichiatra Paul Julius Möbius (1853-1907), furono qualche anno più tardi Freud ¿ in particolare nel suo saggio su Leonardo Da Vinci del 1910 ¿ e poi Jaspers, con la sua Psicopatologia generale del 1913, a riprenderlo, contribuendo a delinearne l¿ampiezza concettuale. Il numero XI di Studi Jaspersiani intende riflettere sullo straordinario potenziale euristico della categoria di ¿patografiä, celebrando il centenario della prima opera jaspersiana interamente dedicata a questa particolare forma di narrazione biografica, Strindberg und Van Gogh: Versuch einer Pathographischen Analyse unter vergleichender Heranziehung von Swedenborg und Hölderlin (1922), in cui Jaspers mette a confronto quattro patografie di uomini geniali. Così, se nei suoi primi lavori Jaspers aveva dedicato ampio spazio alle cosiddette «storie di vita», in cui aveva ricostruito la biografia di alcuni pazienti della clinica di Heidelberg, ponendo particolare enfasi sui loro vissuti patologici, negli anni successivi la sua analisi biografica si sposta dai pazienti ad alcuni individui dotati di talenti eccezionali, le cui opere hanno un valore condiviso dalla collettività. Partendo dall¿orizzonte delineato nell¿opera di Jaspers, obiettivo del numero è stato quello di affrontare il tema della patografia da differenti punti di vista e competenze disciplinari, intrecciando lo sguardo storico, metodologico, epistemologico, letterario e sociologico, per mostrare al lettore la complessità delle prospettive dischiuse da una riflessione intorno al concetto di ¿patografiä. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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