Nel 1822 a Venezia, Silvio Pellico veniva condannato a morte, e poi graziato dall'imperatore d'Austria Francesco I. L'anno precedente, accusato di cospirare contro l'autorità imperial-regia e di far parte di una società segreta, era stato arrestato a Milano, e rinchiuso nel carcere dell'ex convento di Santa Margherita. Lì iniziò il suo lungo viaggio, turista per forza, che lo portò a Venezia, nella prigione dei Piombi e poi in quella dell'Isola di San Michele, e infine a Brno (allora Brünn), a marcire in una cella dello Spielberg. Un lungo e penoso viaggio, in catene, dalla Lombardia al Veneto, dalla Patria del Friuli alla Carniola; e poi la Stiria, la Bassa Austria, la capitale imperiale Vienna, la Moravia. Pellico narrò con pietoso distacco la sua avventura nell'allora "best-seller" "Le mie prigioni", il quale - convenne il cancelliere Metternich - fece più male all'Austria di una battaglia perduta. Questo libro ricorda personaggi, aspetti e congiunture di vicende che rappresentarono una parte vitale ed emozionante della narrazione risorgimentale dell'Italia: per non dimenticare. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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