La poesia è negli occhi di chi legge. Ma chi legge ne è inconsapevole. Nell¿era della comunicazione, siamo sempre connessi con gli altri ma sempre meno con noi stessi. E così sono i poeti ad aiutarci a dar voce alle emozioni, a ricordarci la nostra grammatica interiore. Nato come un fenomeno ¿dal bassö, prima sui social network ¿ dove i lettori sono arrivati a condividere una sua poesia più di centomila volte ¿ e poi in libreria ¿ grazie a una raccolta autoprodotta tramite crowdfunding ¿, Andrea Melis si definisce un semplice parolaio, ma è in realtà un fine cantore dell¿immediatezza e un esponente di quella nuova generazione di poeti contemporanei che riesce a parlare anche ai più giovani e ai nativi digitali. Catturando le piccole tracce di vita quotidiana ¿ un padre che accompagna a scuola la figlia, un bucato steso al vento o una caffettiera che borbotta ¿, senza però trascurare temi più impegnati come il razzismo o il femminicidio, Melis è capace di concentrare in ¿pocö concetti di grande complessità e di descrivere emozioni antiche, che tutti noi conosciamo ma che, nella frenesia moderna, sappiamo sempre meno esternare. Il commento più frequente dei suoi lettori è: ¿Tu racconti quello che io provo, ma non so esprimere¿. Questo fa delle sue poesie uno strumento di resistenza contro l¿analfabetismo dei sentimenti e una potente arma per una battaglia ¿di cuore in cuore¿. Perché ¿di sogni non si vive/ ma senza si muore¿.
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