In un viaggio che scava nelle profondità insondabili della mente, Pitagora, nono volume de "L'Opera" e terzo della "Trilogia del Tempio" (Gautama, Gilgamesh, Pitagora), si inoltra in un enigma ancestrale: ma io quanti sono? L'illusione dell'unità si sgretola, rivelando un caleidoscopio di voci, pulsioni, e frammenti. L'individuo, fragile custode della propria identità, si ritrova a fronteggiare un paradosso: non uno, non due, ma un'infinità di "io" che si agitano e si contendono il dominio. La schizofrenia è la normalità e la normalità è alienazione. Tra caos e ordine, tra luce e ombra, si compone la sinfonia dell'esistenza, una melodia mai risolta, mai completa. Non c'è fine, solo nuovi inizi. Accetta di non essere uno! Accetta di non esistere! In queste pagine aspre e mistiche, l'autore invita il lettore a interrogarsi sulla propria essenza, a perdersi nell'abisso del dubbio, a sfidare la propria unità per comprendere la propria molteplicità. Pitagora non offre risposte semplici, ma un richiamo per chi ha il coraggio di esplorare il proprio mistero.
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