La produzione di combustibile con parte della biomassa della ricino, in particolare dal frutto della Ricinus communis, ha dato origine a un olio ad alta densità che richiede la diluizione in altri oli più leggeri in proporzioni sempre maggiori a seconda della sua partecipazione nel biodiesel - B5, B10, B20... Inoltre, lo svantaggio maggiore nell'utilizzo del frutto della ricino sta nel bilancio energetico nella produzione dell'olio combustibile, poiché è necessaria più energia di quella prodotta. Tuttavia, un approccio più completo rivela che l'arbusto della Ricinus communis ha molta più biomassa oltre ai frutti: tronco, steli, foglie e bucce dei frutti. Tutta questa biomassa prodotta in un periodo di 120 giorni (semina e raccolta) può essere utilizzata per la produzione di energia attraverso la combustione o la sintesi di gas; dalla massa fogliare è possibile estrarre azoto sotto forma di ammoniaca. Queste due linee di produzione, insieme all'olio combustibile, consentono di invertire il bilancio energetico, rendendo possibile l'utilizzo totale della pianta.				
				
				
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