Con questa microstoria di un grosso villaggio (qishloq, in uzbeko) collocato in territorio tagiko nella valle del Fergana, ma abitato da uzbeki, il più importante antropologo russo specialista di Asia Centrale fornisce uno sguardo interpretativo nuovo sull¿intera storia sovietica. Attraverso un lavoro etnografico e archivistico portato avanti fin dagli anni del crollo dell¿URSS, Sergej Abain analizza le gerarchie sociali e la loro evoluzione, il cambiamento culturale, le trasformazioni economiche e la politica locale. Emergono così i significati che abitanti così lontani dal centro dello stato attribuivano alla propria ¿sovieticità¿ e la loro appropriazione delle istituzioni sovietiche. Grazie a una ricerca che coniuga esemplarmente storia e antropologia, lo ¿sguardo locale¿ di Abain trasmette al lettore tutta la ricca complessità di relazioni sociali, culturali e di potere che, durante il Novecento, ridefinirono cosa significasse considerarsi musulmani, uzbeki, comunisti. Questo libro è una pietra miliare nell¿antropologica storica sia dell¿Asia Centrale sia, più in generale, dello spazio ex sovietico. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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