Il libro esplora le permanenze della retorica antica, codificata da grandi oratori e retori come Cicerone e Quintiliano, nel linguaggio pittorico e musicale tra i secoli XVI e XVII. In particolare, l'Institutio Oratoria di Quintiliano entra a far parte della cultura rinascimentale divenendo una sorta di canone anche per gli autori dei più importanti trattati d'arte, da Leon Battista Alberti a Leonardo. Il pittore, come l'oratore, deve saper coinvolgere il proprio pubblico stimolando emozioni, partecipazione e commozione, secondo l'antico adagio docere, delectare, movere. Comunicando silenziosamente affetti, moniti moraleggianti, temi sapienziali, narrazioni storiche o valenze estetiche, la dinamica espressa da pittori e scultori punta al coinvolgimento empatico attraverso l'applicazione di una normativa codificata dal linguaggio verbale. Ciò avviene anche nell'ambito musicale ove, dall'età rinascimentale a tutto il barocco, il musico è equiparato all'oratore. Musica e pittura si coniugano nelle ideazioni di mi attraente quanto singolare artista lucchese Pietro Paolini. Questi raccoglie dall'esperienza romana all'ombra di Caravaggio, ideatore di celebri dipinti di soggetto musicale, le novità di quella straordinaria vicenda, dando vita a originali dipinti che ritraggono villani e aristocratici. Nella pittura intrigante di questo particolarissimo 'caravaggesco' si riflettono interessi musicali, frequentazioni poetiche e accademiche e le consuetudini di un tempo antico. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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