A dispetto del tempo che scorre e degli uomini che dimenticano, per una parte degli abitanti di Salonicco quel villino di inizio Novecento, dallo stile marcatamente neobarocco, l¿hanno continuato a chiamare Oikía Salém: la casa di Emmanouíl Rafaíl Salém, il facoltoso avvocato tessalonicese di origini ebraiche che, nel 1907, ne affidò la costruzione a Xenofón Paionídis, uno dei più famosi architetti del suo tempo. Per gli autisti della Oasth, l¿azienda di trasporto urbano di Salonicco, che dalle cinque di mattina a mezzanotte passata attraversano Leoforos Vassilissis Olgas, la fermata in prossimità del civico contrassegnato dal numero 20 è, da quarant¿anni, Palió italikóproxeneío: il vecchio consolato italiano, che sul finire degli anni Settanta traslocò in una più modesta dimora. Della sontuosa casa di Salém e di quel lembo d¿Italia in terra di Macedonia, carico di storia e di ricordi, oltre al toponimo sopravvive solo un giardino invaso da arbusti ed erbacce e una vecchia palazzina con le persiane semidivelte, le ringhiere corrose dalla ruggine e gli intonaci scoloriti e cadenti. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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