"Salvare i fenomeni" è un'espressione che Simplicio attribuisce a Platone; nella sua declinazione, essa doveva significare la sfida e il compito posti da Platone agli astronomi antichi. Il presente volume intende depurare il detto dalle esegesi moderne, che hanno sostenuto il puro valore fittizio e convenzionalistico delle strutture matematiche per la realtà fenomenica (Duhem), ed esporre il problema teoretico fondamentale della pratica astronomica antica. In quanto l'astronomia dovette rappresentare il vero esercizio di interpretazione matematica dei fenomeni naturali, che ne è, realmente, dello statuto di questa possibile forma discorsiva, vale a dire la fisica matematica? Le ipotesi matematiche che ci rendono intelligibili i fenomeni ne penetrano l'essenza oppure si limitano a "salvare le apparenze"? E, se le ipotesi matematiche hanno invece una necessità, qual è il loro rapporto con l'essenza dei fenomeni? In tal senso, il saggio si profila come un'indagine trascendentale e genealogica circa le condizioni di possibilità di una descrizione matematica della natura. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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