Il movente politico è l'unica spiegazione della genesi del delitto Matteotti, a cui portano le fonti documentarie che il volume fa parlare, riportandole integralmente. La contrapposizione tra Matteotti e la dittatura - che caratterizzò tutto il "biennio legalitario" - nasce dallo studio del fenomeno fascista che, per primo, la vittima aveva condotto: egli conosceva le dinamiche del movimento nato a piazza San Sepolcro e continuò a interessarsi del modo in cui il Partito riusciva a dilagare nello Stato, anche prima della conquista del potere. La torsione autoritaria che era stata impressa all'ordinamento statutario dopo la marcia su Roma agiva su due livelli, quello ideologico e quello istituzionale: su ambedue la posizione di Matteotti intralciava l'affermazione piena del fascismo e produceva nel Presidente del Consiglio, non ancora Capo del Governo, una sindrome d'accerchiamento. La soluzione devastante, prescelta da Mussolini, è stata di fuoriuscire dalla politica con il crimine, ma in un certo senso, poi, anche di sanare il crimine con la politica: : il 3 gennaio 1925 il duce dichiarò che "la violenza [...] non può essere espulsa dalla storia". Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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