L'intelligenza artificiale, erroneamente battezzata come "intelligenza", mostra oggi tutto il suo potere e, al contempo, tutte le sue insufficienze: non è una questione solo di velocità e precisione, ma anche di esperienza e coscienza, di ciò che rende l'essere umano capace di immaginare, sognare e riflettere. Il libro si snoda attraverso un'analisi della differenza tra l'intelligenza organica, che ha radici nell'evoluzione del cervello e nel suo dialogo continuo tra emozione, linguaggio e inconscio, e quella artificiale, che procede con la fredda logica del calcolo binario, secondo l'automatismo dell'algoritmo. Lo sforzo è di esplorare le profonde implicazioni che la convivenza tra carbonio e silicio, tra mente organica e inorganica, ha sul nostro modo di essere e di percepire il mondo. Qual è il vero potere della macchina? Essere una balia amorevole che sorregge e facilita il nostro cammino? O una perfida matrigna che ci addomestica, privandoci della libertà di sbagliare, di esplorare il confine tra il noto e l'ignoto? Che ruolo avrà l'esperienza, che unisce conoscenza e coscienza, in un mondo dominato da algoritmi che apprendono senza vivere, che calcolano senza amare? Fulvio Palmieri non offre risposte semplici, né scorciatoie rassicuranti; piuttosto, ci chiede di prendere parte a una discussione che segnerà il destino dell'umanità, con l'avvertenza che ogni tentativo di ridurre la complessità del cervello e della mente umana a una serie di istruzioni computazionali è destinato a rivelarsi una semplificazione pericolosa. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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