Lo scrittore braidese Marco Lamberti sceglie una sineddoche del dialetto piemontese, "barachin", per comprendere molte più cose che di per sé la parola non dice, ma a cui allude in modo manifesto. Si tratta del portavivande, detto anche la marmitta o, con espressione dialettale lombarda, la "schiscetta", dentro cui si racchiude un pranzo completo per l'intera giornata. Tutti gli operai, che facevano il turno giornaliero negli stabilimenti Fiat a Torino, entravano in fabbrica con una cartella da scolaro, nella quale era contenuto il "barachin" e da cui sporgeva di lato il collo di una bottiglia di vino, per lo più Barbera, con il tappo meccanico, detto anche tappo puff o tappo a scatto, riempita preventivamente dall'operaio, distillando il vino dalla damigiana tenuta in cantina. Il barachin era il pasto dell'operaio, preparato a casa dalla madre o dalla moglie, mentre la bottiglia rappresentava il bicchiere da bere insieme ai compagni operai, durante la pausa prandiale. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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