Il politico Fiore si è speso per i bisogni degli ultimi, ovvero i contadini e i braccianti del sud, praticando una lotta sindacalista tesa ad educare una coscienza di classe. Per questo riserva calorose parole all'amico leader sindacale Giuseppe Di Vittorio, simbolo del destarsi del proletariato agricolo pugliese: «Colui che più di tutti operò per ridurre a cittadini i selvaggi di Puglia, fu Peppino Di Vittorio che, con piena coscienza, ha fatto, per la redenzione del proletariato italiano e mondiale e per l'avanzamento di tutto il vivere civile» Ha lottato contro il fascismo e la corruzione del sistema giolittiano che, come una forma più sottile di violenza, colpiva le coscienze con il clientelismo e il familismo amorale causando la destabilizzazione della società civile meridionale. Scrive Giovanni Minervini a Maritza e Roberto Bolaffio: «In casa Fiore, signorilmente aperta ¿a tutti i venti¿, conobbi- dai più giovani, Vittore, Cifarelli R., Cagnetta, ai più anziani Canfora, De Martino, Loizzi, Cifarelli Michele, ai professori universitari, Calogero, De Ruggiero, Omodeo». Ma Fiore era anche in contatto con Calvino, Pertini, Pasolini, Salvemini, Di Vittorio, Piero Gobetti... Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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