Cento capolavori, per la Toscana, sono pochi. Ne potremmo elencare facilmente mille, e forse diecimila. Il patrimonio artistico di questa regione è sterminato, la sola Firenze vanta duecentocinquantamila opere d'arte conservate nei soli musei statali. E se il capoluogo fa la parte del leone, le altre città lo seguono da presso, in virtù del proverbiale municipalismo dei toscani che, impegnati in secolari conflitti, hanno fatto di tutto per abbellire le loro città, superandosi l'un l'altro. E le bellezze dell'arte, opera dell'uomo, si sposano da tempo immemorabile con il contesto ambientale nel quale, e per il quale, sono state concepite. Il paesaggio toscano è infatti, anche esso, in gran parte, un'opera umana; frutto di secoli di adattamento, di lavoro e sapienza artigianale di costruttori e artigiani, contadini e boscaioli, che hanno piegato, corretto e ingentilito il paesaggio, rendendolo bellissimo. Agli albori della sua storia, la Toscana era in gran parte abitata dagli Etruschi. Otto importanti città etrusche erano in Toscana: Populonia, Ansedonia, Vetulonia, Volterra, Roselle, Arezzo, Chiusi, Cortona. La viabilità della regione seguiva un corso est-ovest, determinato dai traffici tra la costa e l'interno. Con l'avvento dei Romani vennero fondate, o rifondate, altre città: Firenze, Pistoia, Lucca, Pisa, Empoli. Il percorso viario fu orientato in direzione sud-nord, essendo la Toscana sulla via per le Gallie: la via Cassia nell'interno, l'Aurelia lungo la costa. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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