In quella scatola da scarpe gelosamente custodita da Eligio Everri nella sua soffitta buia e polverosa - per la verità, ci racconta il figlio Daniele, la scatola stava sull'ultimo scaffale in alto dello sgabuzzino, ma anche la realtà vuole la sua (piccola) dose di romanzo - c'erano i ricordi e le testimonianze di un mondo contadino duro ma semplice, crudele ma sincero, un mondo fatto di piccole cose e di gesti ormai dimenticati. C'era, in quella scatola da scarpe nascosta nello sgabuzzino, la memoria di un'intera comunità, che in questi nostri tempi incerti vale come un tesoro; ed Eligio lo sapeva bene, dal momento che i quasi cinquecento negativi fotografici erano stati avvolti dall'amico Ginetto Viganò uno a uno, nella carta velina, poi raggruppati in buste con le varie indicazioni scritte a mano (alcune di queste sono riprodotte tra le pagine di questo volume), e infine a loro volta raccolte in undici scatolette di cartone con il marchio di fabbrica delle pellicole. Quanta attenzione, e quanta liturgia, in questo fare: a noi fanno quasi commuovere. Ma questi ricordi e queste memorie andavano condivise, ha pensato Daniele nel catalogarle, nello sceglierle e nel riordinarle. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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