Dopo le "Gocce di mercurio", la naturale prosecuzione dell'esperienza di esplorazione espressiva dovrebbe certamente vertere il suo corso verso l'arsenico o il cianuro: veleni dalla più rapida, letale e demoniaca portata. Pur tuttavia, in questa nuova raccolta poetica che raccoglie scritti nel periodo Dicembre 2011-Agosto 2012, l'effetto dirompente del veleno si è già manifestato, producendo un estasi vertiginosa seppur "astratta", lontana dalla quotidiana concretezza di un crescendo naturale e sempre più vicina al sintetico acme dell'esaltazione suprema e irreversibile. In un susseguirsi di liriche intense e trascendenti, l'autore affronta costantemente i temi della morte, della spiritualità, dell'essere nelle sue sfaccettature più nascoste ed esoteriche e cerca, senza mai nascondere la costante difficoltà, di giungere lentamente ad una cima che non può che provocare un'eterna ed incurabile "Vertigine".
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