In un periodo in cui non passa giorno senza che vengano dati in pasto all'opinione pubblica vizi e oscenità di uomini politici, Eliogabalo - il più corrotto e dissoluto tra gli imperatori romani del basso impero - si mostra maschera più che mai attuale del potere. Salito al trono appena quattordicenne, aggredì alle fondamenta tutte le istituzioni e i precetti morali della società romana. Nei quattro anni del suo breve regno, riuscì a far impallidire persino la fama dei vari Caligola e Nerone. A scandalizzare i romani, oltre ai suoi licenziosissimi costumi, il suo tentativo di riforma religiosa, teso a soppiantare gli dei tradizionali a favore di una divinità solare siriaca di cui si era proclamato supremo sacerdote. Eppure, nell'apparente sconsiderata follia dei suoi atti, è anche possibile leggere in Eliogabalo un disegno preciso, una sorta di nichilismo estremo che, a buon diritto, Antonin Artaud ha voluto leggere come l'espressione esistenziale di un "anarchico incoronato". Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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