Maurice prepara un piccolo bagaglio, prende la bicicletta e pedala verso la campagna animato da una curiosità nevrastenica. Poi, il buio. Si risveglia su un prato, la sua vita è implosa. "Fissavo il cielo e non mi potevo muovere. Intorno a me tutto sembrava vacillare e sul punto di spezzarsi". Da quel momento vivrà nei letti d'ospedale; dovrà reimparare a camminare, ad accettare gli esseri umani, a rinunciare alla morte. "Non poter fare una cosa è come farla doppiamente in qualche altro modo", scrive Jakob von Gunten, un personaggio di Robert Walser per certi versi affine a Maurice. E difatti quest'ultimo trasforma il proprio impedimento fisico in un caleidoscopio interiore. Anche in preda agli accessi di febbre Maurice sa osservare il dolore e le contraddizioni dell'animo umano con lucidità, offrendoci alcune tra le pagine più profonde e toccanti mai scritte sulla vita d'ospedale, senza per questo rinunciare a sfrenate evasioni nei mondi raffinati e a tratti perversi della sua immaginazione. Ma alla fine è un atto d'amore che rende possibile la speranza e sottrae. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.
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