In ogni seduta analitica, in ogni momento di ciascuna seduta, paziente e analista sono impegnati a creare una nuova psicoanalisi. E in effetti, come sostiene Ogden, psicoanalisi non è un sostantivo, ma è un verbo, è "psicoanalizzare". E questo libro si occupa sostanzialmente di che cosa significhi psicoanalizzare in una prospettiva ontologica: cioè, di come l'incontro tra paziente e analista crei un Noi e nuovi modi di essere che non avevano potuto realizzarsi prima. C'è qualcosa in questo incontro che ha a che fare con l'essere e il divenire e non con il conoscere. E psicoanalizzare significa allora affacciarsi sull'ignoto, su qualcosa di cui paziente e analista, sino a quel momento, non avevano potuto fare esperienza. E questo "qualcosa" non va ricercato attivamente, va atteso e va contemplato, va lasciato sorgere, vivere ed evolvere, così come l'evoluzione di ogni piccolo d'uomo deve essere lasciata libera di svolgersi, deve compiersi in una spontaneità che va tutelata e rispettata. E la psicoanalisi contemplativa (ontologica) è una psicoanalisi del rispetto, non è una psicoanalisi sospettosa, riguarda l'essere di paziente e analista, coinvolti in un'esperienza condivisa, tesa a creare più vita.
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