Amedeo Cencini, sacerdote, psicoterapeuta, attivo nell'ambito della formazione permanente per il clero, affronta con questo testo ricchissimo e profondo uno dei temi centrali per una rifl essione accorta sulla formazione umana oggi (e dei preti in particolare): il legame tra due caratteristiche che sono spesso disattese, malintese e persino dimenticate. Si tratta, da un lato, del discernimento: parola che sta tornando di moda, ma che deve essere ricondotta al suo vero senso, che non è azione dell'autorità nei confronti delle scelte del singolo, ma apprendimento da parte di ciascuno della capacità di scegliere di fronte a Dio e agli altri; e dall'altro della sensibilità, ciò che ci caratterizza a livello di "richiamo immediato", di attrazione personale, di inclinazione singolare di ciascuno. Cencini parte dall'asserto che la sensibilità (coniugale, sacerdotale, fraterna, paterna, materna...) è completamente assente dalla tradizione formativa della Chiesa, mentre dovrebbe tornare a recitarvi un ruolo centrale: se non comprendiamo la sensibilità dell'altro, se non accettiamo la nostra stessa sensibilità (non vergognandocene, ma valorizzandola) come potremo diventare donne e uomini pieni e completi? Un libro che riscopre la piena umanità di fronte al tema della scelta di vita, della vocazione, della decisione per l'esistenza cristiana, coniugando Vangelo e attenzione al lato più profondo di noi stessi.
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