L'Eutifrone è un dialogo della giovinezza di Platone, che si svolge fra Socrate e il personaggio che dà il nome al dialogo sulla "santità". Eutifrone dovrebbe rispondere alle domande di Socrate su tale tema in modo adeguato, in quanto è un sacerdote. In realtà Eutifrone si rivela di capacità intellettuali, oltre che morali, assai limitate, e di conseguenza il dialogo non può che concludersi in modo aporetico. Le cinque definizioni dell'essenza del santo che Eutifrone presenta, si rivelano tutte quante inconsistenti e fallaci. Dovrà essere il lettore stesso a trarre le conclusioni, e Platone gli presenta le premesse necessarie per risolvere il problema in modo adeguato: il santo non è tale in quanto è caro agli dèi, ma è caro agli dèi per se stesso, ossia in quanto è santo. Il santo, dunque, per sua stessa natura, "è tale da venir amato, e per questo è amato". Il vero Dio (non quello della comune opinione dei Greci) ama il santo, in quanto il santo è, per sua stessa natura, un bene.
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