In questo romanzo di Enzo Meli ci sono tutti gli elementi della grande letteratura del genere thriller noir. L’ambientazioni descritte con perizia da maestro secondo la lezione manzoniana; caratterizzazioni dei personaggi che spaziano dal sublime al grottesco, secondo tutta la ricchezza delle diverse tipologie di umanità; la vicenda si svolge in tre diverse epoche storiche, i primi anni ottanta del novecento, i giorni nostri (2013) e a sorpresa nel finale viene rivelato un antefatto chiarificatore capitato nell'ultimo periodo della seconda guerra mondiale a partire dal 1942. Protagonista delle vicende narrate è il commissario di polizia Rocco Marano, che negli anni ottata dopo Non essere riuscito a risolvere i casi dell'omicidio di un prete e di un onorevole, viene trasferito d'ufficio a Como. A distanza di trent'anni dai fatti, ormai pensionato. Ritorna in Sicilia su invito di un ricco possidente terriero, discendente di una nobile famiglia. Nel giro di pochi giorni tra i due si crea un rapporto molto forte, e il principe Tommaso Moncada Adragna comincia a confidargli sempre maggiori dettagli utili a capire il contesto in cui sono maturati i delitti del prete, e dell'onorevole Gallo. Meli sa usare il linguaggio in ogni sua sfumatura; sa costruire il discorso in modo da coinvolgere il lettore in una vicenda che affascina; e sa raccontare la meravigliosa terra di Sicilia con amore, passione e ironia: una terra di indescrivibili bellezze, di colori e sapori preziosi e inconfondibili, struggente nei suoi dolori e incantevole nella sua fiera dignità.
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