Il carattere di questo studio è storico e filosofico. La questione fondamentale è: in che modo una imago come il
demoniaco abbia potuto sedimentare storicamente, al punto da edificare i pilastri ideologici dell'Occidente cristiano. Attraverso un'analisi sul modello weberiano (la possessione nello sfondo dell'etica protestante quale conseguenza epocale dell'ossessione nevrotica), si cerca di ricondurre il concetto metastorico del demoniaco in ambito prima metapsicologico e poi strettamente psicologico, per riportarlo al culmine del processo dialettico nuovamente nella storia. Si vedrà come il demoniaco si imponga come l'antitesi del Logos (inteso metafisicamente come Cristo; metapsicologicamente come principio di Ragione; storicamente come l'epoca ultima dello Spirito che in virtù dei principi di identità e contraddizione ha bandito l'alterità trasformandola in qualcosa da esorcizzare. In una parola: l'irrazionalità e l'inconscio, l'errore) e come il Logos, nella sua alterità abbia assunto una rigida forma storica. La tirannia di un'ottica morale, l'indeformabilità di un pensiero privo di ambivalenza, un'identità che non consente ulteriori aperture
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