Secondo la fede cristiana, Dio è Amore; ma come è possibile crederci davanti al dolore del mondo? Una frase del Vangelo, pronunciata da Gesù poco prima di morire, "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", è lo spunto e il viatico di Coriasco per leggere, da un'originale prospettiva agnostica, il grande mistero di Dio e uno dei passaggi nevralgici del cristianesimo. A mezza via tra il saggio teo-filosofico, il pastiche e il racconto autobiografico, nelle pagine s'incrociano il sacro e il profano, la mistica e la cronaca, virgolettati autorevoli e le digressioni spicciole dell'autore, un agnostico travagliato, anomalo, bisognoso d'interrogare e d'interrogarsi. Temi altissimi e talvolta complessi, ma offerti al lettore - credente o meno che sia - con un approccio diverso da quello dei trattati teologici e con uno stile sempre divulgativo e leggero: alla ricerca di nuove ipotesi di dialogo e di fraternità tra credenti e non credenti; le stesse suggerite all'autore dalle sue personali frequentazioni con Chiara Lubich e la beata Chiara Badano. Il risultato è un'indagine appassionata e stimolante sui rapporti tra fede e ragione, religiosità e ateismo, storia e teologia: un viaggio nell'intimo trapuntato di citazioni - dai Padri della Chiesa a Papa Francesco, da Pascal a Simone Weil, da Einstein a Charlie Brown -, alla ricerca di un senso meno effimero del vivere e di nuove risposte alle eterne domande umane: "Chi siamo, da dove veniamo, e dove stiamo andando?".
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