Grazia Deledda (1871-1936), è stata una delle più grandi scrittrici italiane. Vincitrice del Premio Nobel 1926 per la Letteratura, è ricordata come la seconda donna a ricevere il premio in tale ambito, e l'unica donna sarda oltre che italiana. Le Edizioni Aurora Boreale hanno intrapreso il non facile compito di introdurre i propri lettori nell'universo letterario di Grazia Deledda, in segno di omaggio per questa grande e straordinaria protagonista della nostra letteratura, e il nostro viaggio prosegue oggi con Il paese del vento, uno degli ultimi romanzi della scrittrice, pubblicato nel 1931 a Milano. Si tratta di un'opera particolarmente intensa e non priva di elementi autobiografici. La trama, ambientata in una non bene precisata località di mare della Sardegna, si svolge cronologicamente all'inizio degli anni '20. La vicenda è narrata in prima persona dalla protagonista, Nina, e si apre con il suo difficile e disastroso viaggio di nozze in treno, un percorso che si rivela subito essere anche un viaggio introspettivo. Ma il vero protagonista e il simbolo centrale dell'opera è il vento. Il "paese del vento" assurge a metafora esistenziale, non è un luogo fisico definito, ma un luogo dell'anima o la natia Sardegna stessa. Il vento è la potente metafora del destino che agita, sconvolge e lacera le passioni umane, mettendo a dura prova la serenità della protagonista. Quel vento che soffia minaccioso quando Nina si sente agitata interiormente e quando l'ombra del passato incombe su di lei.
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