Questi versi esaltano l'amore per il viaggio nel viaggio. Descrivono luoghi ameni, molto lontani o al contrario molto vicini al cuore dell'autrice. La silloge è suddivisa in tre sezioni: dalle brevi ma indimenticabili gite fuoriporta ai viaggi internazionali per poi arrivare sempre lì, dove giacciono i ricordi e gli affetti profondi. In calce ad ogni componimento la poetessa ha apposto il luogo e la data, così come si fa in un taccuino, in un diario di bordo per non dimenticare, per sigillare e rendere immortali quei momenti nella loro unicità. Con i suoi versi scatta fotografie, che racchiudono brevi attimi o anni interi. I luoghi sono narrati a pennellate leggere, molteplici, talvolta graffianti. L'inesaurito desiderio di ripartire, scoprire ed esplorare però sfocia sempre nell'approdo a casa, per nascita o per scelta, in quei posti del focolare che a volte si sanno apprezzare davvero solo quando si lasciano. Se è vero che "chi viaggia vive due volte" - come diceva Khayyam - tra queste pagine si respira il desiderio di non tornare mai e al contempo si sente riecheggiare la nostalgia per chi o cosa non è potuto entrare in valigia. Partire per ritornare per ripartire di nuovo in un circolo virtuoso di sensazioni, profumi, sapori da cui il vero viaggiatore non sa e non vuole svincolarsi mai.
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