Con Nostalgie (1905) la 34enne nuorese, fantasiosa e immaginifica, esce per la prima volta "fuori" dall'Isola e si cimenta nel racconto della modernità borghese romana confermandosi quale scrittrice, riconosciuta da una grande schiera di lettori, capace di comunicare alla massa e nel contempo ai singoli grazie alla sua dote di rendere spiccatamente metaforici i personaggi e le loro imprese. L'opera rappresenta un'interessante unicità proprio dovuta al tentativo di ribaltamento degli elementi che avevano caratterizzato la sua narrazione, una sperimentazione letteraria che per lei si ripeterà, ma in forma differente, molti anni dopo, alla fine della sua parabola con Annalena Bilsini e, in mezzo, Il paese del vento.www.ilisso.it
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