La moderna scienza dei fossili nasce da una storia lunga, popolata da draghi, ciclopi e giganti. Una storia vivace, a tratti folle, piena di cantonate e ipotesi strampalate. E colpi di fortuna. Immaginiamo questa scena: un pomeriggio di duecentomila anni fa, durante una perlustrazione lungo i pendii rocciosi di una collina, un esemplare di uomo di Neanderthal nota una conchiglia all'interno di una pietra. È stato allora, forse, che l'umanità ha tentato per la prima volta di spiegare il significato dei fossili. Oggi, grazie alla paleontologia, siamo abituati a vedere fossili nei musei, a leggere dei loro ritrovamenti e a vedere creature del passato ricostruite a partire da questi resti sepolti. Prima dell'Ottocento, però, la paleontologia non esisteva, e il nostro rapporto con i fossili era un'epopea fatta di interpretazioni a dir poco bizzarre, errori madornali, felici intuizioni e colpi di fortuna. Diego Sala racconta quella lunga parte di storia dei fossili che non conoscete, tra ciclopi, giganti e draghi, invitandovi «a perdervi nei meandri degli errori, dei percorsi alternativi, delle idee strambe e delle ipotesi più fantasiose dalle quali è nata la paleontologia».
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