Il volume esamina tre omelie pasquali pseudo-crisostomiche, precedentemente pubblicate in edizione critica da Pierre Nautin nel 1953. Analogamente alle più antiche omelie pasquali, tra cui quelle di Melitone di Sardi, dello Pseudo-Ippolito e i due trattati di Origene sulla Pasqua, anche queste omelie offrono un commento cristologico a Esodo 12. Secondo Pierre Nautin, tali omelie dovevano essere opera di un autore di talento, attivo intorno alla metà del IV secolo, e legate a una cristologia di matrice alessandrina. Tuttavia, Nautin evitò di sbilanciarsi ulteriormente, mettendo in guardia contro ipotesi affrettate. Su queste basi, venne condotta da Enrico Cattaneo una prima ricerca, pubblicata a Parigi nel 1981, in cui si formulava l'ipotesi che le omelie potessero essere verosimilmente attribuite ad Apollinare di Laodicea. Il presente studio riprende e amplia significativamente quella prima indagine, riproponendo il testo greco delle omelie insieme a una traduzione italiana. L'opera è preceduta da un'ampia introduzione e seguita da un commento approfondito e sistematico, fondato principalmente sul confronto con i testi di Apollinare. Questa ricerca contribuisce a gettare nuova luce non solo sulla figura di Apollinare, ma anche sull'omiletica pasquale antica e su aspetti poco esplorati della teologia del IV secolo, quali la spiritualità eucaristica e l'escatologia.
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