Paolo Avanzi in questa nuova ricca silloge di poesie infonde la sua vena caustica e graffiante, per far ridere e allo stesso tempo riflettere sulle tante quotidiane assurdità cui finiamo per assuefarci. L'ironia è forse l'unica arma che ci è rimasta per non soccombere alla dura e spesso incomprensibile realtà. Visto che essa si prende gioco di noi, facciamolo noi altrettanto con stile e nonchalance, sembra dire l'Autore che è il primo a non prendersi sul serio. E proprio in questo rifiuto della serietà a tutti i costi sta la superiorità dello spirito umano che si piega ma non si spezza, facendo leva sul calambour e sullo sberleffo. Insomma un invito al sorriso, se non alla risata, come presupposto per una visione forse strampalata ma certamente più umana delle cose.
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